A aParigi 21 marzo ’06 a casa di Rosario
Siamo arrivati al tanto agognato lunedì; è mattina, è presto e mi sto preparando per partire in direzione di Lyon.
Il mio corpo non si vuole ancora svegliare, quindi decido di fare una, doccia per riprendermi. Ho dormito non tantissimo, e mi sento un po’ rincoglionito. Alla fine resto ½ ora sotto la doccia, finché mio fratello non viene a dirmi che sto quasi per fare tardi.
Fortunatamente lo zaino l’ho preparato la sera prima, quindi non mi tocca che asciugarmi e vestirmi.
Partiamo in sella dello scooter di mio fratello in direzione Gare de Lyon, dove mi aspetta il tgv per la mia destinazione.
Dopo i rituali saluti di commiato e di buon divertimento, salgo, prendo il mio posto e comincio a rilassarmi.
Dopo qualche minuto arriva il controllore a chiedere il biglietto (in francese naturalmente, che capisco ancora poco), ok tocca a me, e so già che altre al biglietto dovrò esibire la mia tessera ferroviaria; e fin qui tutto sembra a posto, a parte il fatto che quando mostro il biglietto al controllore, mi dice qualcosa in francese che non capisco, esco allora la tessera verde, ma continua ancora a parlare in francese, e veloce; gli chiedo se parla l’inglese, ma quello (come quasi tutti i francesi) mi fa capire che non ne spiccica una parola. Così arriva in mio soccorso il passeggero che sta nella poltrona accanto alla mia che, anche parlando un inglese molto stentato, mi traduce quello che voleva dire il controllore e cioè: quello che hai pagato nel biglietto non è il costo del tgv, ma quello della sola prenotazione (eppure abbiamo esplicitamente detto tutto a Montparnasse al tipo che faceva le prenotazioni, ed abbiamo anche mostrato tutte le carte e documenti in mio possesso, ed alla fine anche a me era sembrato strano €1.50 soltanto, ma anche se sbigottito mi ha risposto che era così; penso invece che abbia capito male, come se fossi un figlio di ferroviere francese anziché italiano… vtaliano.e francese anzichè gottito mi ha risposto che era così; penso invece che abbia capito male, come se fossi un figlio di abbè fa nulla) e quindi mi esorta a sborsare 20 € facendomi vedere dalle tabelle, che differentemente dalle altre nazioni, io avevo anche diritto al 75% di sconto, solo che non mi aveva detto che sul treno pagavo anche la penale di 5€, anche questo fa nulla, pago e me ne faccio una ragione.
Da lì sono intenzionato a leggere “ristorante al termine dell’universo”, ma il tipo che mi ha aiutato a tradurre mi comincia ad impezzare, e così ha tirato a lungo fino a quasi la fine del viaggio, mostrandomi una cartina e dicendomi tutto quello che NON volevo sapere di Lyon; infatti gli avevo anche spiegato che non andavo lì per turismo, ma per trovare un’amica, ma lui imperterrito mi ha voluto spiegare tutto, ed allora io ascoltavo e calavo la testa, finché non cel’ho fatta più e gli ho mostrato il libro che avevo intenzione di leggere, ma anche lì lui ha continuato un po’, ed alla fine siamo arrivati alla stazione, e lì sono sceso con un senso di liberazione.
Alla mia discesa non trovo la mia amica Elise al binario (non ci vedevamo da 2 anni, ed io ai tempi avevo la barba lunga) percosso il marciapiede nella sua lunghezza, ma niente.
Allora scendo e vado per cercare una cabina per telefonarle, la chiamo ma mi risponde la segreteria, lascio un messaggio, mi giro e me la vedo davanti… CIAO!!! Come stai… e tutti i riti del ri-incontro dopo tanto tempo.
Cominciamo a parlare del più e del meno, e nel frattempo ci incamminiamo verso casa sua, che a piedi dista 10 minuti, e nel frattempo chiedo cosa sia questo “matitone”, lei alza un braccio ed indica un palazzo marrone con una punta alla fine, ah – penso- che schifo di struttura!
Lyon appare una cittadina molto calma, così tra una chiacchiera e l’altra arriviamo a casa sua, dove entriamo e dove scopro con contentezza che il suo ragazzo (oltre ad essere un patito dei mec) è anche un appassionato di giochi di ruolo e della White wolf . lì dentro trovo anche un enorme gatto siamese nero (enorme nel senso di grasso), che all’inizio è alquanto schivo (anche successivamente lo sarà, ma questo non mi crea un problema), e mi racconta che per via dell’eccessivo peso, aveva problemi di vista, e che di conseguenza aveva paura del buio perché soffriva di allucinazioni causate dalle ombre, e che vedeva i mostri… cominciamo bene la giornata –penso- prima i 20 € non messi in conto, e poi il gatto allucinogeno, penso che mi divertirò un casino (ed in effetti così è stato!).
Posato lo zaino ci dirigiamo verso la piazza centrale che sta tra i 2 fiumi che bagnano la città, ed in quel posto mi fa vedere un monumento fatto da sua zia riguardante il piccolo principe ed il suo autore, monumento bellino!
Poi ci dirigiamo verso un piccolo ristorantino di sua conoscenza, dove, dice lei, si mangia bene e non si spende tanto; in effetti arrivati lì ci sediamo subito, ed il personale è simpaticissimo, specialmente la cameriera (francese anche lei) che subito punto.
Portato il menu mi faccio spiegare i piatti da Elise, ed alla fine conveniamo per entrambi la specialità della casa (un piatto buonissimo a base di carne, pesce e farina mischiati a fare un polpettone morbido, affogato in un sotè di gamberone, contornato da riso basmathi e patate tagliate a fette e gratinate al forno con una crema in mezzo), assaggiato… avevo le lacrime agli occhi per quanto era buono, non ne ricordo il nome, ma era buonissimo, e poi alla fine ci hanno dato un dessert buonissimo a base di una specie di crostata di mele rivoltata contornata da panna acida e caramello, una delizia, senza contare che l’acqua era a volontà ed anche il pane (che era decente), ed alla fine ci hanno dato da bere un loro piccolo cocktel alcolico buonissimo.
Finito il pranzo abbiamo cominciato a girare un po’ per la città, quasi tutto a piedi, tranne qualche volta per salire su una montagna, e poi ci siamo diretti ad un parco, molto grande, dove c’erano pure alcuni animali, tra i quali papere e cerci. Siamo rimasti lì per un po’, e poi dopo una telefonata ricevuta da Elise, ci siamo diretti a casa del ragazzo di una delle sua amiche (quasi tutte le sue amiche studiano, con mio sommo gaudio, l’italiano, ed una di loro sta con un torinese). Ma prima ci dirigiamo in stazione dove decidiamo che la mia partenza avverrà il giorno dopo, e mi fermerò per la notte.
Quindi andiamo a casa di questa ragazza (scusate ma non ricordo i nomi troppo difficili da ricordare, ed il mio cervello ha solo 2 kb di memoria…) la troviamo intenta a studiare una parte del “nome della rosa”, nell’intento di tradurlo il più vicino possibile al francese; vorrei dare una mano, ma vi assicuro che tradurre in italiano un testo italiano, non è di certo una bella cosa, così le ho lasciate al loro studio, mentre loro nel frattempo erano diventate 4.
Dopo un’ora è arrivato il ragazzo di Elise: Renaud, leggesi renò, e poi sono anche venuto a sapere che guidava una renault twingo con il cambio semi-automatico, per via del fatto che prim aveva un osso del piede che stava quasi per andare in cancrena, il che mi ha fatto ridere perché: renò guida una renò con un piede in cancrena… così non fa ridere, ma a me sul momento mi faceva scompisciare!
Giunti, quindi, a quel punto, decidiamo di andare a mangiare fuori, ed i ragazzi optano per una PIZZA!, ed io: non si potrebbe prendere qualcos’altro?, ma loro mi spiegano che è la soluzione più economica, ed anche se l’idea della pizza francese non mi allettava più di tanto, accetto.
Alla faccia della soluzione più economica!!! Una fottuta margherita con al posto della mozzarella dell’hemmental, mi è costata 8 €, e se ci volevo la mozzarella costava di più.
Vabbè abbozzo e con un vago senso di sazietà alla fine ci alziamo ed andiamo un po’ in giro; ormai è mezza notte passata, e di locali non ce ne sono molti aperti; ma ne riusciamo a trovare proprio uno su di una barca (idea molto francese e molto allettante), dove però servono soltanto rum vari.
Penso che tutti quelli che mi conoscono sanno che non sono un amante dell’alcol e che soprattutto ne disprezzo il sapore: quindi ordino una coca, ma loro mi obbligano a prendere per forza anche un rum, ed alla fine accetto (e devo anche constatare che il gusto di quei cocktail e rum non era per niente male, a parte un paio che avevano un gusto davvero vomitevole).
Passate ormai le 3 della notte, è giunto per noi il momento di andare a dormire; così dopo un paio di giri con la tingo di Renaud arriviamo a casa loro, dove cado sfinito sul divano, e dove mi addormento fino al mattino dopo.
Quindi… ricapitoliamo… allora… mhmm… ah, sì!
Il mattino dopo mi sveglio leggermente intorpidito, per via del divano un po’ scomodo, fortunatamente il gatto allucinogeno non mi ha rotto le palle più di tanto; mi preparo, mi do una sciacquata e nel frattempo si sveglia Elise, che in alcuni momenti del mio sonno sentivo trattenere a stento delle urla di piacere… chissà…; preso un the ci incamminiamo verso la stazione, dove farò poi il biglietto di ritorno, e poi ritorno effettivo a Parigi.
Mi congedo da lei esprimendo la mia gioia passata in quella favolosa giornata a spasso per Lyon e anche di avere conosciuto le sue amiche, che ho anche invitato a venire a Bologna.
Così tra una chiacchiera e l’altra, arriva il mio TGV, la saluto con un bacio, salgo sul vagone e prendo posto nella poltrona assegnatami, collasso ancora un po’, contento di tornare a Parigi da dove poi avrei cominciato un’altra lieta avventura: AMSTERDAM!
Ciao ragazzi saluti da Lyon!
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