mercoledì 11 gennaio 2012

LIFE SURVIVE!

Bologna 18/10/06  h. 11.28   a casa

Dopo un po’ di casini che hanno attraversato longitudinalmente la mia vita, e dopo anche delle belle vittorie come: essere entrato finalmente alla facoltà che desideravo, ed alla quale mi sto appassionando sempre più; come l’avere capito che l’amare qualcuno ed essere ricambiato è un piacere indescrivibile, ma a volte per capirlo bisogna soffrire profondamente sino, quasi, ad odiare quella persona per poi rivederla e capire che il mondo non è a gradazioni di grigio, ma è bianco o nero, e nel mio caso è bianco!.
L’unica sfiga che mi perseguita in questo momento è una lombosciatalgia che mi porto dietro da più di 2 settimane, e che non decide ad andarsene.
Altro problema è che per dovere guadagnare qualche soldo in più per la retta universitaria ho, a malincuore, dovuto fare alcuni tagli alle mie attività, scegliendo di togliermi da uno degli spettacoli della compagnia (ma non l’abbandono!!!!); in più il 22, 24, 26 ottobre dovevamo esibirci in piazza maggiore con degli spettacoli pubblicitari per il BUH!!, ma ahimè una delle nostre si è dovuta operare di appendicite, ed abbiamo scelto (come gruppo) di lasciarci sfuggire questa occasione per non bruciarci in futuro.
La cosa che sicuramente vi starete chiedendo è sicuramente: come mai questo tale sta scrivendo delle sue sfighe e delle sue botte di culo?!
Vi rispondo, anzi mi rispondo da solo: tutto questo è successo nell’arco di queste ultime due settimane, variando sempre di giorno in giorno, e tutto questo mi ha portato a partorire uno dei miei soliti sogni inimmaginabili.

Il sogno è ambientato in una scuola di Tokio.
Stiamo partecipando ad un gioco estremamente violento, dove in campo c’è la nostra vita, e come compagni di squadra mi ritrovo: Silvester Stallone, la protagoniste del film “notte prima degli esami”, ed io.
Tra un massacro e l’altro ci troviamo dentro un bagno molto ampi, che funge anche da salotto, in cui cerchiamo di capire come uscire vivi da questa situazione; e pensare che tutto era partito da una riunione al Transilvania in cui il padrone ci aveva offerto un po’ di tutto e poi ci aveva presentato questo gioco come qualcosa di divertente ed innocente (stocazzo!).
Comunque: siamo in questo cacchio di bagno e ci ritroviamo a piedi nudi, Silvester decide di uscire dalla veranda e camminare sul cornicione (eravamo almeno a terzo piano) per vedere se riusciamo a scappare da quel posto, e per vedere cosa c’è nelle altre stanze.
Lo esortiamo a non farlo, ma lui da duro quale deve sempre dimostrare, lo fa comunque, ed in quel momento ci accoriamo che per terra è disseminato di siringhe da eroinomane su tutta l’aria, e che qualcuno comincia a forzare la porta che abbiamo forzatamente chiuso.
Così decidiamo di armarci, io e lei, con quelle uniche armi. Giusto in tempo, perché la porta cade a terra, ed un energumeno enorme si scaglia contro di noi. Lei fa appena in tempo a conficcargli un ago sulla gola, ma viene presa e ferita seriamente.
L’energumeno cade a terra un po’ sanguinando lì dove era stato punto, ma la cosa che ci lascia entrambi sconcertati è il vedere quell’uomo che muore in una maniera dolorosamente intensa, che si porta le mani alla gola in segno di asfissia, e stringe finché non gli escono letteralmente gli occhi dalle orbite.
Ma lei è ancora ferita, e la prima cosa che provo a fare è cercare di far smettere di uscire quel sangue dalla ferita in qualche maniera, e l’unico modo che trovo è di farlo direttamente con le dita, in maniera da fermare l’emorragia dall’interno e permettere al sangue di coagularsi.
Nel frattempo ritorna Silvester, fortunatamente non ferito, ma sporco di polvere, come fosse stato un panno della pubblicità; anche lui mi aiuta con lei, ed in mano ha delle bende.
Dice di avere visto tutto e che da dove era non poteva agire, ma che ha portato quei benedetti bendaggi.
Comunque riusciamo a bloccare il flusso (e non lo abbiamo incrociato perché è MALE!) e cerchiamo di dirigerci nel posto che Silvester ci ha detto essere dietro questo muro, ragion per cui dobbiamo anche noi diventare come dei panni swiffer.
Quando ci stiamo per arrampicare sul cornicione arrivano degli altri figli di puttana che ci stanno quasi per prendere, ma improvvisamente delle altre persone si fondano contro loro; a guardarli sembrano dell’esercito, e uno di loro grida:- non vi preoccupate siamo qua per proteggervi e mettervi in salvo!-.
Poi guardo chi li comanda, e vedo Gabriele, un mio ex compagno delle elementari, che mi guarda serio e poi ordina agli altri di fare il loro dovere.
Lo chiamo per nome, mentre tutti gli altri lo chiamano “signore”, lui mi fa cenno che si ricorda di me, e ci dice di seguirli, e che essendo i 2/3 di noi ancora abbastanza illesi, veniamo assoldati direttamente, e che a lei baderanno i medici della truppa.
A quel punto prima dissento, poi vedo lei ridotta male per salvarmi, allora accetto e chiedo la potenza di fuoco maggiore possibile.
Finite tutte queste pippe simil americane, cominciamo a percorrere il corridoio, e lì mi sveglio di malavoglia.

Provate, se volete a finire questo sogno a modo vostro, tenendo conto della mia psiche contorta.
Ciao ciao ciao ragazzi, alla prossima, che spero sia il più presto possibile.

Finita alle h. 18.32

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