ciao a tutti, finalmente ho ricominciato a postare, e stavolta comincerò con le origini dello stupid hero Mr.Cri.
godetevi questa prima parte, è già anche stata scritta la seconda, ed è in procinto la terza.
spero vi faccia ridere o almeno sorridere.
prima parte
Le origini dello stupid hero!
Cristian è un giovane ragazzo palermitano che ama andare in giro sui suoi amati roller, soprattutto di notte.
Una sera come tante, rollando con brio, e cantando come al suo solito, una vecchia si affaccia ad un balcone, e comincia ad urlare qualcosa contro di lui.
Incuriosito dall’evento, Cristian si ferma a chiedere cosa sia successo, ma la vecchia incomincia ad inveire contro di lui in un linguaggio quasi incomprensibile, e tra un’offesa e l’altra gli lancia contro un sacchetto pieno zeppo d’immondizia, che lo colpisce alla testa.
Il povero ragazzo è intontito e cerca di allontanarsi il più in fretta possibile dal quel balcone, prima di essere di nuovo preso di mira; però gli riesce male muoversi con i pattini, e comincia a sbandare per la stretta via.
Sbatte contro un cassonetto dell’immondizia, caracolla per via di una buca, un bambino gli lancia un lecca lecca, un gatto lo graffia al culo, un passante lo deride, e tra una sfiga e l’altra si ritrova seduto: Seduto sui gradini della chiesa di Sferracavallo, famosa per il suo prete “Patri Muscardinu”, famoso per essere un prete cattolico con 15 figli (tutti avuti dopo avere preso i voti) e per la sua mano lesta nel sfottere portafogli a chiunque.
Ma Cristian è ancora rintontito, e non ricorda che luogo pericoloso sia quello…
Si rinviene, con una strana angoscia e, aperti gli occhi, si accorge che Patri Muscardinu gli rivolge un sorriso a 64 denti, e gli porge una mano, ma non per farlo rialzare, bensì per rigiralo e cercare il portafogli (cosa che Cristian non porta mai sui roller).
Spaventato dall’evento, e non del tutto ripresosi dalla/e botta/e (insomma, un casino) Cristian raccoglie le poche forze che gli sono rimaste, e scappa più veloce che può lontano da quel mostruoso prete.
Corre veloce sui suoi roller, e non capisce dove sta andando, quando una macchina lo prende in pieno (o viceversa) facendolo alzare in aria, e spingendolo in un posto che nessuno oserebbe profanare: la discarica abusiva dei pescatori di Sferracavallo, in mare.
L’unica cosa che ricorda è un grande dolore alla testa, un tonfo acquatico e il respiro che cominciava a mancare.
Ora si sta riprendendo, e si accorge che i suoi polmoni stano incamerando quell’acqua fetida e malsana, ed ha ancora ai piedi i suoi roller come zavorra; non li può togliere, ci metterebbe troppo tempo; allora si lascia andare al suo destino.
Buio!
Una luce si accende dentro di sé, ed un’ombra si staglia alla fine di quella luce, un’ombra indistinta, ma antropomorfa, con qualcosa che penzola. Gli fa cenno di avvicinarsi, e stranamente Cristian si sente leggero e pieno di forze, ma anche incuriosito e attratto da quella figura, allora gli si avvicina. A metà del suo tragitto sente un nome che sussurra nell’aria e che dice: Fabò, Fabò.
Cristian grida chiedendo chi sia lui; la figura comincia pian piano a delinearsi, ma il volto rimane celato nell’oscurità, e l’unica cosa che si capisce è che quella figura ha le braccia conserte, e che quel qualcosa che penzolava, in verità sventola e… sì, sente il vento che porta ancora il nome, ma percepisce anche qualcos’altro: Maestro!
Cristian continua a guardarsi intorno, e poi guarda se stesso, e si accorge di sgocciolare.
La figura, allora, corre verso di lui e lo afferra.
Cristian può vedere chiaramente i contorni di quel viso, o quasi, perché quel viso è coperto da un cappuccio e una maschera, e l’altra cosa che vede è che quel qualcosa che sventolava in realtà era un mantello.
Delle parole escono dalla bocca del ragazzo, strozzate dall’acqua che ne fuoriesce appresso, parole di stupore e chiarimento allo stesso tempo: Maestro!!
La figura gli dice:- è arrivato per te il momento di uscire allo scoperto. Tu possiedi il potere! Portalo fuori con te, e ricorda che stai annegando!- detto questo la figura lo lancia verso l’alto dicendo un’ultima cosa, questa volta in palermitano:- ‘ni viriemu fuora, ruappu ‘cà ti canciasti! (ci vediamo fuori dopo che sarai cambiato)-.
Cristian sente una spinta dal basso verso l’alto fortissima, chiude gli occhi e quando li riapre si accorge di essere ancora sott’acqua, ancora con i roller ai piedi, ma che sta velocemente salendo come se avesse un razzo al culo.
La velocità aumenta, e le increspature della superficie si vedono sempre più nitide; la velocità sale ancora; ormai è giuto al pelo dell’acqua e…
Con un boato impressionante nelle sue orecchie, vola fuori dall’acqua e si ritrova a planare a 5 metri dal suo livello, la sensazione è stupenda e poi… comincia la discesa, o meglio la caduta, e non sta cadendo in mare, ma ha la stessa traiettoria di un proiettile: esegue una parabola, con conclusione schianto sulla statua di S. Cosma e Damiano.
La botta lo riporta alla realtà, e Cristian comincia a vomitare acqua di mare, con contorno di resti di immondizia subacquea.
Vomitata pure l’anima, si accascia al suolo privo di forze, e si abbandona ad un sonno senza sogni!
Senza sogni è forse un eufemismo, visto che in quei pochi minuti, Cristian, sembrava un cane che dorme e che, quando sogna, si dimena come in preda alle convulsioni.
Si può anche dire che Cristian era in preda a convulsioni, ma nel suo cervello era in atto un cambiamento, e l’unica cosa che lui vedeva era un labirinto in cui si muoveva a velocità fuori dal comune, e voltava gli angoli a 90° in maniera repentina; e fuori dalla sua testa, sembrava che il suo corpo stesse per spirare.
D’un tratto le convulsioni si fermano, anche lui smette di respirare, e la sua pelle ed i suoi vestiti cominciano a mutare, forse per effetto dello schifo acquatico, ma i suoi vestiti, che prima erano un paio di ¾ neri, una maglietta smaniata (anch’essa nera), la sua fascia per capelli (rossa) e i suoi guanti da aggressive (anche loro neri), cominciano a diventare aderenti (si restringono, sai la novità), e cominciano a trasformarsi in una sorta di calzamaglia con il bratelloni tipo Wrestler, e dal colore nero diventano azzurri. I suoi roller rimangono attaccati ai suoi piedi, la fascia e i guanti rimangono invariati, tranne in un particolare che li accomuna tutti, sembrano essersi stranamente rinnovati.
Il tutto succede in pochissimi istanti, al termine dei quali, Cristian emette contemporaneamente un peto ed un rutto pari alla forza di un uragano; le quali forze si incontrano e lo avvolgono in una bolla simil - tossica che lo porta in aria di un paio di centimetri per poi dissiparsi con un’esplosione come quella di Nagasaki.
La gente che dormiva, viene svegliata da quel fragore improvviso, e comincia ad uscire dalle case gridando:- il terremoto, il terremoto, uscite tutti, il terremoto!!!-. quando ormai quasi tutta la popolazione di Sferracavallo si è riversata in piazza, vicino il corpo di Cristian, un paio di bambini si accorgono di lui, e per amicizia cominciano a prenderlo a calci in pancia.
Cristian è ritornato nei suoi panni normali, e non reagisce ancora alle percosse.
D’un tratto arriva il camion della netturbe per la giornaliera raccolta rifiuti dai cassonetti, e si avvicinano al corpo.
Cristian viene risvegliato dall’odore, quell’odore che lo ricollega al fatto accaduto pochi minuti prima, e che gli cambierà la vita per sempre, ed alzatosi di scatto si dirige con tutta la sua forza contro quel bestione di metallo mangia rifiuti.
Dentro di lui sente un grido che aumenta di volume nella sua testa, finché non riesce più a contenerlo, e quindi lo espelle con tutto il suo fiato:- Mr.Criiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!-.
Un bagliore accecante lo investe, e costringe tutti a non potere guardare, alla fine di quel bagliore Cristian si è trasformato di nuovo, la sua tutina aderente è tornata in tutto il suo splendore azzurro, il suo petto orgoglioso mette in mostra la sua virilità,i suoi guanti sono diventati come delle armi d’attacco e difesa, i suoi roller sembrano fatti di un lega tra titanio ed adamantio, e brillano di luce propria, una luce strana visto che stanno letteralmente prendendo fuoco (ma Cristian sembra non soffrirne affatto), e infine la sua fascia è diventata così lunga e di un rosso così acceso, che oltre ad avvolgere la sua testa, è diventata un mantello, che però si lega al culo.
L’urlo:- Mr.Cri – si trasforma in un urlo di battaglia, e Cristian si scaglia a velocità inaudita contro il camion dell’immondizia, si mette su di una gamba, e porta l’altra verso il camion (una specie di calcio volante, ma con i piedi che slittano a terra). Il suo piede destro prende completamente fuoco, dando l’effetto di una cometa che, a velocità sovrumana, si scaraventa sul camion, troncandolo di netto in due parti uguali.
Il conducente ed il suo secondo, ignari di quello che accade loro, perché la cosa succede in pochi attimi, si ritrovano a guardarsi l’un l’altro con in mezzo lo spazio per far passare una macchina; e capito, quasi, quello che è successo loro, fanno appena in tempo ad uscire dalle due metà, che un’esplosione li lancia da una parte e l’altra della strada.
Oltre tutta la gente che non capisce nulla, e che non ricorda come possa essere successo: un attimo prima il camion era intero, un attimo dopo era diviso in due e ancora dopo esploso; pezzi di immondizia bruciata piovono sulla via, facendo scappare tutti in ogni direzione.
In tutta quella confusione un cane si muove come in cerca di qualcosa o qualcuno: è Dylan il migliore amico e compagno di rollate notturne di Cristian.
Dylan si muove cercando di individuare col suo olfatto canino il suo amico, lui era lì quando è cominciato tutto, ed anche lui si è buttato in acqua per cercare l’amico, ed ha visto tutto quello che è accaduto in quei pochi attimi.
Con un guizzo le sue orecchie si tendono, il suo sguardo si fissa su una sagoma a terra: è Cristian, ha perso di nuovo i sensi; allora con uno scatto repentino corre dal suo amico e con il suo muso lo afferra per la maglietta (tornata normale), e con una forza superiore ad un toro lo alza in aria e se lo mette in groppa, cominciando poi a correre verso casa. Lui sa e ha capito quello che ancora Cristian deve realizzare: sono mutati entrambi, hanno acquisito dei poteri. Sono diventati dei Super Eroi!
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