mercoledì 11 gennaio 2012

Ma chi è Manley?

Bologna  03/06/07    h. 10.57    a casa

Ieri ho passato una giornata davvero intensa:
ho lavorato per le 8 ore che mi spettavano in quel cacchio di negozio che odio profondamente, e come se non bastasse alla chiusura sono arrivati 4 scassa cazzi brasiliani che hanno per forza fatto acquisti oltre l’orario di chiusura.
Morale della favola… sono dovuto rimanere 10 minuti oltre l’orario di chiusura (minuti per niente pagati) perché quelle gran teste di cazzo stavano comprando di tutto, per giunta non parlavano neanche inglese, e quindi la comunicazione era ancora più difficile, almeno dopo 9 ore che ero in piedi ad avere a che fare con tutta quella gente di merda, inclusa una buona parte dei miei colleghi.
Vabbè…
Finito, e con la tranquillità emotiva di uno che cammina con un gatto aggrappato ai coglioni, mi arriva un sms di Phil, che mi dice che non si cena più in casa, ma si va a mangiare in via S. Felice in una trattoria dove siamo già stati, e che posso cominciare ad andarci a piedi.
Ed io che volevo andare a casa a farmi una doccia e a sbarbarmi un po’…
Comunque inforco le mie cuffie alle orecchie, metto la musica al massimo del volume e mi dirigo verso la trattoria, non molto lontana dal mio posto di lavoro, con un’incazzatura assurda dentro, e la voglia di spaccare la faccia a qualcuno (chiunque esso fosse dei non miei amici).
Arrivato, con largo anticipo rispetto agli altri, alla trattoria mi tolgo il monospalla e mi siedo davanti la vetrina ad aspettare che i minchiattoni arrivino.
Nel frattempo l’incazzatura è aumentata, e assieme arrivano anche i ricordi dell’abbandono, ma mi sforzo di pensare positivo, e la mia attenzione si concentra sui cerchioni di una WolsWagen (non so come si scrive) che ha 7 raggi che passando dal centro si fondono in 1, e la cosa prende ancora di più la mia attenzione facendomi pensare a giochi di figure nello spazio.
Ad un tratto, come se il mio lettore mp3 avesse voluto che mi scaricassi un po’, arriva una canzone di Ligabue: Il giorno di dolore che uno ha, i ricordi ritornano forti nella mia mente, come un pugno alla mia corteccia cerebrale, e la positività comincia una battaglia contro questi e la mia rabbia; ne risulta che dai miei occhi, volente o nolente, cominciano a sgorgare lacrime e comincio anche a chiudermi in un silenzio ancora un po’ incazzato, cominciando a fantasticare sulle possibilità del mio futuro, e se ponderare di ritornare SCONFITTO a Palermo a fare cosa…?
Nel frattempo arrivano gli altri, Phil mi si avvicina con una monetina in mano, e per poco non mi è salita la voglia di menarlo. Comunque ho lasciato stare e siamo entrati tutti insieme.
Dopo avere aspettato un paio di minuti ci fanno accomodare in una stanzina, e mentre ci accomodiamo vedo Bergonzoni seduto ad un tavolo con una donna (cavolo, quell’uomo è tutto testa e devo dire che invidio un po’ il fatto che quell’uomo molto più grande di me abbia ancora tutti i capelli, lunghi e brizzolati, vabbè) noi ci accomodiamo, ed io comincio a stare zitto per smaltire la rabbia.
Cominciamo ad ordinare, e Aurora e Simone ordinano del vino della casa, fermo, io dell’acqua naturale e per Phil frizzante.
Arrivato da bere ho accettato di fare il brindisi e ho versato il vino nel mio bicchiere, avevo voglia di sperimentare l’ubriachezza nel mio corpo, ho bevuto d’un sorso la mia dose di vino, e ho cominciato a prenderne ancora (il gusto non mi piaceva, perché non mi piace l’alcol, ma lo calavo quasi senza gustarlo) finché non ho cominciato a sentirmi un po’ brillo, a sentire giracchiare un po’ la testa, ma continuavo a stare in silenzio e a sentire quello che dicevano gli altri, finché non ho cominciato a parlare anche io, e spinto dalla voglia di fare cazzate, dagli ormoni che premevano sul mio sesso facendomi venire voglia di scopare e dalla mia voglia di fare una rissa, cominciamo a chiederci dove andare dopo mangiato.
Arrivano i dolci, e comincio a fare degli scherzi idioti agli altri ragazzi, a buttare il sale sulla tavola, e a mettere del pepe (anche se non volevo arrivasse) sul dolce al cioccolato di Fabio.
Comunque usciamo dopo avere pagato, e ci dirigiamo alla macchia di Fabio; la mia rabbia si è trasformata in voglia di dire parolacce e cercare rissa con qualcuno, ma arrivati sotto un albero il profumo dei suoi fiori mi rasserena e comincio a non volere più fare rissa; ma arrivati alla macchina, il proprietario (Fabio) incacchiato per il pepe sul dolce, mi fa capire che non sono ben accetto in macchina, allora auguro la buona notte e mi dirigo verso il centro da solo a piedi.
Dopo qualche minuto passano i ragazzi con la macchina e mi chiedono di salire, ma a quel punto il mio disappunto era tornato e ho detto loro di andare a fare quello che volevano, alla fine loro sono andati, e io per la mia strada.
Non ho nulla contro Fabio, e mi dispiace della questione del pepe, ma non ho accettato il fatto che devo sempre essere quello che si prende gli insulti di tutti e non posso mai fare nulla.
Comunque mi sono diretto verso via Zamboni, con l’idea di riuscire a trovare una persona, e mentre camminavo sotto i portici me la sono trovata davanti (bingo!)
Ho cominciato a mostrare tutto il mio stare bene, a chiacchierare e a fare le solite battute stronze alla mia maniera, a chiedere come stava, e come stavano le due ragazze con lei, una delle quali molto carina, e con la quale non ho esitato a provarci un po’ (in pratica sono alcune delle amiche della mia ex), anche se avevo il batticuore per il nervosismo, e vedevo che anche loro ne soffrivano un pò.
Va a finire che ci passiamo il resto della serata a bere e a chiacchierare in tranquillità tra uno shot e un mio mojito, tra una battuta e un rutto… la ragazza con la quale volevo provarci butta fuori una frase (parte la scena di un film), nel frattempo il mio nervosismo era passato, :- ma Ele che fine ha fatto- e l’altra (consapevole di essere in un campo minato) – ma, non so non ha frequentato molto e abbiamo esami differenti ed è da un po’ che non la vedo- e la prima – ma è ancora fidanzata? – ed io con ancora il drink in bocca – no, non lo è più!- e lei oh, sei tu? Non lo sapevo scusa – ed io – di nulla, tanto è una cosa bella e passata da tempo –
Invece avrei voluto dire che quella grandissima puttana mi ha fatto soffrire come un cane, che mi ha lasciata per stare con il fruttarolo e che non mi ha neanche voluto dare retta quando le ho detto di non farsi più né vedere né sentire, e che non la voglio più vedere. Ma ho fatto buon viso a cattivo gioco, ci ho riso su, e ho mostrato la faccia sorridente.
Niente… la ragazza bellina se ne va, e resto da solo con Valentina e Sonia.
Ci dirigiamo verso il caffè Paris, dove le due vanno a fare un altro shot, ma io mi astengo.
Fatto il tutto decidiamo di uscire, e dopo un po’ ci dirigiamo alle torri a prendere la loro bici (una bici in 2), chiedo se va loro di accompagnarmi e loro accettano.
Prima, però, facciamo una sosta da Gingio perché Sonia accusa i colpi dell’alcol e decide di prendersi un paio di fatte di pizza.
Nel frattempo io e Vale cominciamo a fare i cretini sulla musica che mettono, e dei tipi cominciano quasi a intortarmi, per poi passare sulla prosperosa Sonia (con la scusa che ha i lineamenti simili alla Canalis) ed il più “figo” dei tre comincia  a provarci spudoratamente, mentre io faccio la telecronaca del tutto ridacchiando con Vale, e cominciando a parlare di film porno e quali sono i nostri preferiti.
Nel frattempo il tipo “tamarro” che mostrava più dei miei anni, ma che è più piccolo di me,lascia il numero a Sonia, e io e Vale sghignazziamo.
Continuiamo a parlare di film porno, ed io ne mimo alcuni, cominciamo a parlare di Rocco Siffredi, e Sonia si è presa un hot dog (non l’avesse mai fatto).
È stata presa di mira da me e Vale che in pratica l’abbiamo fatta schifare e buttarne almeno la metà…
Tra le risa ecc. siamo andati a prendere la bici e ci siamo diretti verso casa, mia, e sono venuto a conoscenza che non abitano molto lontano da me (ma questa è un’altra storia).
Nel tragitto abbiamo cominciato a parlare di sesso, di orgasmi femminili e maschili, e della differenza tra l’orgasmo vaginale e quello clitorideo, lasciando intendere che quello che dicevo aveva anche a che fare con la mia ex.
Comunque si era fatto tardi, ed io ero già arrivato a casa, ci siamo salutati e separati e ce ne siamo andati.
Sono sicuro che “chi penso io” verrà a conoscenza di questi fatti e che si stupirà nel sentire la mia tranquillità, o sicuramente non gliene fotterà un emerito cazzo!
Comunque in questa occasione ho potuto fare meglio la conoscenza di Vale, che non è come credevo all’inizio, ma è un tipo simpatico e di compagnia con la quale uscire a fare i cretini.
Tornato  casa mi addormento e, forse per via degli ultimi discorsi fatti prima di andare a nanna, comincio a sognare.
Sogno di trovarmi in un’isola, come se fossi in un videogioco, a sparare a delle cose che volano, a muovermi con ascensori che vanno in verticale e in orizzontale, ma soprattutto a scopare con un casino di donne… non a scopare, ma a masturbarle violentemente e leccarle fino a farle arrivare ad un orgasmo esagerato.
Poi il sogno cambia e mi ritrovo in casa mia con Phil che mi esorta ad andare a buttare il materasso di MANLEY.
Mi sveglio… una frase esce dalla mia bocca…
MA CHI CAZZO E’ MANLEY?...
Phil arriva nella mia stanza, prima con un viso interrogativo, poi mi dice:- cerca su google! –
Ancora adesso mi chiedo chi cacchio è MANLEY!?!?



Finito alle h. 12.04

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