Parigi 19 marzo ’06 h. 17.21
È proprio così, e come potete vedere sto scrivendo dalla magica e quanto rivoluzionaria Parigi.
Ieri ho cominciato le mie ferie nella maniera migliore che avessi potuto; infatti oltre al fatto di avere dormito poco il giorno prima per preparare la valigia, ed essermi svegliato prestissimo con l’intento di partire presto (cosa che per un paio di motivi concatenati non ho potuto fare, quindi sono partito da Bologna alle 11.35, arrivando a Milano alle 14.00), ho preso il primo treno disponibile che passava: UN ESPRESSO PROVENIENTE DALLA SICILIA!, come si può ben immaginare, le condizioni igieniche di quelle vetture non era delle migliori, ma un treno è un treno!
Messomi in uno scompartimento dove speravo di stare solo, o di incontrare qualche gnocca,salgono e si siedono accanto a me una ragazza e una signora; pensavo, in principio che fossero madre e figlia, ma poi ho scoperto tra una chiacchiera e l’altra che erano una signora positivamente logorroica, ed una olandese di Amsterdam che abita a Bologna, per giunta vicino casa mia, in partenza per la sua città dove resterà una decina di giorni.
Visto che avvertivo un po’ la stanchezza, e dopo avere saputo che il figlio della signora era entrato in seminario per diventare un prete, e dopo avere espresso la mia idea a riguardo della sua decisione (che mi dispiaceva avesse un figlio che si è buttato in politica) decido di allontanarmi da tutto e mi metto a dormire.
Tra un sobbalzo del treno ed una velocissima “arruspigghiàta” per controllare che Albo mi facesse uno squillo (ma ho poi saputo che la notte prima l’aveva passata fino alle 8.00 a giocare alla play, e che sicuramente si sarebbe arruspighiatu – svegliato – tardi, quindi non l’avrei incontrato) sento la vecchia che impezza l’olandese, che si svincola con non poche difficoltà; ma io stoico nella decisione del sonno, continuo a dormire.
Mi sveglio dopo un po’ (un’ ora per l’esattezza) stuzzicato dal sole che mi riscaldava, e con la voglia di leggere il secondo libro di Douglas Adams “Ristorante al termine dell’universo”, lo estraggo dalla borsa, ma la signora si mette a impezzare anche me, ed io questa volta cedo alle chiacchiere, che non mi permettono neanche di cominciare il libro. Così cerco, non di parlare con lei, ma con l’olandese che si dimostra una persona troppo simpatica e ad occhio sessualmente fruibile (quindi il mio ormone è entrato in azione).
Morale della favola, mi presento, ed anche lei: Judith; mi dice che da Milano partirà con la macchina per Amsterdam con un amico, e mi accorgo che ci sta, anche se non parliamo tanto.
Alla fine arriviamo a Milano con ½ ora di anticipo sulla tabella (cosa più unica che rara ed anche gradita) decido di andare a mangiare al Mc.
Allora scendiamo, e lì si propone di farmi compagnia, cosa che accetto volentieri, e dopo avere passato lo sbarramento dell’anti-sommossa al binario ci dirigiamo giù dalla stazione, al Mc di fronte.
Entrati lì prendiamo posto, ordiniamo e ci mettiamo a mangiare e chiacchierare; lei mi spiega che questo sua amico, pur avendo la ragazza, si è ostinato a volerla accompagnare ad Amsterdam di forza, e che anche lei aveva capito che se la voleva fare. La mia risposta è stata ovvia: BENE, DIVERTITEVI! E vedevo che lei mi guardava vogliosa; allora ho giocato un po’ sui tempi.
Tra il più ed il meno ci siamo scambiati i numeri e le mail, e ci siamo detti che quando sarei andato ad Amsterdam (tra un paio di giorni cioè) l’avrei chiamata e ci saremmo visti.
Ma ancora prima di fare questo scambio, mosso da un suo imput, le ho fatto un piccolo massaggio alla schiena, verificando che ha un bel fisico, e poi è scattato il fatidico “LIMONE” ripetuto, e quando le ho fatto notare che era in ritardo per incontrare il suo amico, mi ha risposto continuando a baciarmi; ho capito che questo amico è un idiota, e che ero meglio io, vista anche la situazione.
Le chiedo allora di accompagnarmi al TGV e lei lo fa volentieri, pur portandosi dietro una valigia enorme. Arriviamo alla mia carrozza, e ci salutiamo con un altro limone, dandoci appuntamento nella capitale olandese.
Salgo e prendo posto nella mia poltrona, rammaricandomi del fatto che non ci sono prese di corrente alle quali potere collegare il mio laptop. Faccio spallucce ed aspetto la partenza.
Proprio quando stavamo per partire, uno degli accompagnatori francesi di un gruppo, rimane chiuso nel treno, ed alla fine è sceso a Torino.
Vedo accanto a me una che legge e ripassa degli spartito di pianoforte, una tipa non molto avvenente, ma carismatica, allora aspetto, e colgo al volo l’occasione per attaccare bottone.
Faccio la sua conoscenza, è bolognese, ed era su mio stesso espresso, cosa che non avevo minimamente notato.
Alla fine la invito a vedere un film sul mio pc, e lei tutta contenta accetta, ed ancora di più quando sa che ho con me un paio di puntate dei Simpson.
Le guardiamo e poi guardiamo un film, ma la batteria del pc ci lascia a metà; poco male, comincerò finalmente a leggere il libro.
Posato tutto e messo a posto la valigetta, prendo il libro e comincio a leggere la prima pagina, e neanche riesco ad arrivare alla fine, che per una battuta comincio a ridere per mezz’ora, allora la leggo anche a lei che finisce per ridere per un casino di tempo.
Il viaggio continua, ed arrivo a destinazione: Parigi, finalmente dopo 2 anni che non la vedevo.
Alla stazione di Gare de Lyon mi attende mio fratello. Saliti sullo scooter, arriviamo a casa sua, dove vedo la mia nipotina cresciuta tantissimo, e che non mi riconosce (normale non la vedo da 9 mesi, e per di più lei ne aveva solo 1), è bellissima e curiosa, e timida con me (anche se ora ha un po’ più confidenza).
Fatta una doccia e dopo avere mangiato un piatto di lasagne, fatte da mio fratello, usciamo (io e lui) per andare a trovare un amico di Paleremo che è da pochi giorni diventato papà: Sebastiano.
Lo incontriamo in un pub londinese che parla con il barista. Il pub è piccolo ma di figa ben fornita, anche se la quantità è meno di quella che mi aspettavo (per via delle ripetute manifestazioni che sono in atto, e che ieri continuavano con scontri a Place St. Michelle.
Fatto questo ci dirigiamo in un disco pub di Pigalle dove è più fornito di figa, ma a volte scarsa. Mio fratello e il nostro amico devono in quantità industriali (senza ubriacarsi, ma come hanno fatto?) mentre io, dopo una piňa colada mi sento più che a posto, e voglio solo acqua. Dopo che ci siamo riscaldati per bene, cominciamo a ballare, ma la musica non è un granché, ed io ho puntato una nera, che si muove bene, Seba mi sconsiglia di farlo, perché conosce tutti i buttafuori, e quella potrebbe essere una sua “amica”, ma io me ne fotto. Allora lui cerca di abbordare per me delle ragazze, ma non ci riesce, e poi con una faccia da culo assurda ne faceva di tutti i colori, fino a molestare una coppia di lesbiche. Io e mio fratello ce la ghigniamo come dei matti, finché non arriva la musica R’b, allora là do il meglio di me, cominciando a ballare con ragazze molto belle, ma con in testa solo la voglia di strusciarmi, e ballare e divertirmi; così tra uno struscio e l’altro arrivo a strusciarmi con la nera che avevo puntato, poi incomincio ad avvertire la stanchezza, allora ce ne andiamo a casa.
Oggi la piccola Monà ci ha svegliato presto, ed ho poi provato a chiamare Elise perché domani andrò a trovarla a Lyon. Aspetto ancora che mi richiami.
Però sono rimasto d’accordo di vedermi con l’atleta cubana che sta a Parigi per stasera dopo le 22.30.
Chissà come andrà…
Ahahahahahah
Ciao ragazzi, alla prossima con: Saluti da Lyon!!!
ciao
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