parte 1
Sono in casa a pensare ai fatti miei quando a un tratto vengo sopraffatto da alcuni dei miei ricordi, belli o brutti, dolci o amari che siano, non posso fare altro che avvertire una piccola stretta al cuore.
Per esempio come quella volta che per amore arrivai a fare un viaggio lungo una settimana, con annesso un po’ di divertimento, ma col pensiero fisso su un solo obbiettivo: regalare a quella ragazza che amavo tanto la mia ultima canzone.
Ora che ci penso, era lei l’unico motivo per il quale continuavo a scrivere canzoni e a suonare la chitarra, era lei la mia musa ispiratrice, era lei la mia unica ragione di vita.
Però continuando con quello che pensavo, ho appena deciso di volere mettere per iscritto tutto quello che mi viene in mente, quindi continuo…
Mi ricordo che il periodo era nella settimana di settembre del 2001 che passava intorno al 19; lo ricordo perché in quel giorno dovevano ricominciare le lezioni del mio ultimo anno di superiori (me la sono goduta e sofferta tutta, non ci stavo con la testa), ed il 21 dello stesso mese, che se non sbaglio veniva di lunedì avrei dovuto sostenere l’esame per diventare un v.d.s. ( volontario del soccorso) nella croce rossa di Palermo.
Ora… ricordatomi il periodo non mi resta che ricordare tutto quello che successe nella settimana della mia partenza:
partenza ore 17.00 dalla stazione di Palermo col treno (della speranza, cioè nel senso che sai, forse, quando parte, ma non saprai mai quando arriva, un po’ come con i miracoli), il viaggio come sempre era duro e fastidioso, per risparmiare avevo preso un posto nella cuccetta bestiame, cioè quella a 6 posti, e senza neanche la prenotazione; per fortuna sono figlio di un ferroviere e ho molta capacità di adattamento; direzione Milano, dove avrei passato 3 o 4 dei giorni della settimana, che si sarebbe poi conclusa a Roma. Ma andiamo per gradi.
A causa del fatto che non avevo fatto la prenotazione dovetti viaggiare con la compagnia dei militari di leva che andavano o a Messina, o a fare il carro nella marina. Come sempre il livello culturale della gente che trovi su quei vagoni non è del più elevato, anzi posso dire che la gente più stupida che abbia mai incontrato, ha avuto come sfondo quasi sempre il vagone di un treno.
Ma ritornando al discorso, in quel treno arrivato a Messina e imbarcatomi nonostante non avessi ancora la prenotazione, sulla chiglia dove sono posizionati i vagoni incontro un ragazzo anche lui alla ricerca di una cuccetta libera, e quindi alla ricerca del cuccettista.
Quella persona la conoscevo, infatti faceva il mio stesso liceo, solo che era un paio di anni avanti, ora non ricordo neanche il suo nome, fatto sta che alla fine passammo tutto il resto del viaggio nello stesso scompartimento, anche lui diretto a Milano, dove però studiava come ingegnere.
Tutto sommato il viaggio era andato anche bene, cioè i soliti 15 minuti di ritardo a fine viaggio; per questo dico sempre che i treni italiani sono puntualmente in ritardo!, anche se in tutto il viaggio era durato 20 ore, ma ero giovine e virgulto…
Alla stazione di Milano mi venne a prendere Alberto, il mio quasi fratello; mi spiego: quasi, perché non siamo fratelli, ma ci conosciamo da così tanto e ne abbiamo passate così tante insieme, oltre al fatto di esserci scambiati praticamente le mutande (e visto che ai tempi ero anche abbondante di taglia di culo, vi lascio immaginare come le andassero larghe le mie e strette le sue), che lo considero come un mio fratello. Insieme a lui, come quasi fratelli, ci sono Roberto e Fabò. Ma questa è un’altra storia.
In pratica mi venne a prendere con la macchina e mi portò a casa sua, dove avrei pernottato per qualche giorno nel divano-letto della casa , in compagnia di Scintilla il cane (e non era certo la prima volta che dormivo con un cane).
Ma ancora prima di mettermi in viaggio per il capoluogo Lombardo mi ero sentito con Giancarlo, mio carissimo amico nonché maestro di arti marziali, che in quel periodo aveva finito di lavorare come animatore turistico a Rimini ed era in viaggio per il nord Italia a fare visita a suo zio, e cercare di scopazzare quante più donne poteva. Eravamo rimasti che ci saremmo visti a Milano, io lui ed Alberto (detto Albo), ed avremo fatto caciara per un giorno. #
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