domenica 25 dicembre 2011

Le disavventure di Mr.Cri
parte terza
Arriva Giancarlo


Ahahah… ah il giorno dell’arrivo del mitico Giancarlo (per i non amici Don Giovanni Carlo Caviglia De Laspezia, almeno ai tempi delle elezioni per rappresentanti d’istituto al Meli), si potrebbe dire un giorno come un altro, ma non era così, perché dove c’è l’intreccio della sua persona con la mia (e non intendo in senso biblico!) succede sempre qualcosa di strano, come una volta in un palazzo abbandonato… ma questa è un’altra storia.
Giancarlo arrivò, come di suo solito, con più di un’ora di ritardo, un po’ via del treno che da Genova aveva ritardato, un po’ perché come tutte le buttane, come lui, si deve fare sempre aspettare e desiderare. Lo andammo a prendere io ed Albo alla stazione, diceva che restava lì a dormire da una tipa che aveva conosciuto al villaggio dove lavorava, e che quindi sarebbe restato con noi fino a quando non l’avrebbe chiamato la tipa; ma come si può ormai immaginare, la tipa non chiamò.
Nel frattempo anche a Giancarlo erano state presentate le persone che avevo conosciuto anch’io. Il pomeriggio lo passammo andando in giro per Milano e chiacchierando di tutte le cose che erano capitate al mio “maestro”, il pomeriggio inoltrato, poi, tornammo verso casa di Albo per mangiare un pò, e lì Giancarlo conobbe la madre di Massimino: e qui comincia il bello.
Tutti, e penso anche la stessa madre, capimmo che Fiancarlo ci provava violentemente con la madre di Massimino, e davanti al proprio marito, ed era di uno sfacciato da fare schifo; come dicevo prima quella donna era bella, ma a tutti appariva come un troiane altamente fattibile, ma chi per paura del marito, chi per rispetto non ci provava nessuno, tranne il grande Fiancarlo!
Per evitare che il padre s’incazzasse uscimmo ed incontrammo Claudio, con il quale andammo in un campo di basket, a fanculonia, dove ci avevano invitati a fare una sfida. Premettendo che faccio assolutamente schifo a basket, giocai comunque e mi divertii, finché non arrivò un gruppo di cinesi a giocare, io ignaro del pericolo continuai a giocare da solo, fino a stancarmi; allora mi sedetti vicino agli altri che si erano messi a parlare con una donna amica di Claudio, e lì vicino c’era anche suo figlio (che mi sembrava un pò ritardato), cominciai a parlare con loro del più e del meno, finché morto dalla sete chiesi se c’era un bar aperto lì vicino, mi dissero dove era e mi prestarono la bici, morale della favola erano tutti chiusi, anche i ristoranti e pizzerie.
Tornato ancora più assetato di prima riferii che non avevo trovato nulla, e che stavo morendo dalla sete, allora la madre del bimbo (con non mi ricordo quale scusa) mi invitò ad andare a casa sua a bere. Visto che la persona mi sembrava fidata accettai di buon grado (la mammina era anche apportata e appetibile) e la seguii, entrammo a casa sua e mi invitò a sedere su di un divano; mi accomodai e lei mi portò un bicchiere con una bottiglia d’acqua, ah come assaporai quel liquido che per me in quel momento valeva più dell’oro. La ringraziai calorosamente del tutto, e ci mettemmo a parlare ancora del più e del meno, fino al momento in cui chiesi dove lavorava suo marito, lei ci tenne a precisare “ex” marito, e mi lanciò un’occhiata voluttuosa (c’è da dire che in quel periodo ero allupatissimo e nello stesso tempo non avevo molta sicurezza in me stesso per il fatto che non mi piacevo fisicamente, però mi davo da fare in tutti i modi con le donne, anche se il mio unico cruccio era quella ragazza che amavo tanto).
Da lì in poi il discorso cambiò, e lei mi si avvicinò sedendosi accanto a me dicendomi di quanto era stato bastardo il suo ex, che l’aveva lasciata sola col figlio per andare con un’altra, e nel frattempo mi si avvicinava di più, dicendomi che anche lei aveva bisogno di affetto e anche grazie a Claudio riusciva ad essere più serena perché si prendeva un po’ cura di suo figlio, che era un po’ lento, e le lasciava un po’ di tempo per se stessa, e nel frattempo mi si avvicinava di più.
Allora preso di coraggio dagli eventi, mi comportai come un uomo che ne aveva passate tante e cominciai ad abbracciarla ed a rassicurarla, ma non essendo stupido capii l’antifona e mi accinsi a darle un bacio, ma proprio nel momento in cui stava anche ricambiando, nel momento in cui il mio sesso era così gonfio che mi faceva male, proprio in quel momento… suonò il figlio della donna che era stato mandato da Claudio a vedere che succedeva. Da qui il primo passo per l’odio verso quell’enorme testa di cazzo che non mi permise di trombare con una bella donna esperta solo perché se la potesse fare lui; infatti seppi dopo che lui ogni tanto se la spupazzava, ed io lo odiai ancora di più perché non gliene fregava assolutamente niente di lei, lo fece solo per impedirlo a me!
Ripresomi un po’ dall’incazzatura scesi e andai da Giangio (soprannome che gli ha dato Albo) ed Albo, chiedendo di andarcene a fare un giro, e così facemmo.
Mentre camminavamo squilla il cellulare a Gianca (abbreviativo); era la tipa con la quale si doveva incontrare quella sera che lo chiamava dicendogli che lei non era ancora tornata a Milano, e che sarebbe rimasta lì dove era un altro po’ di tempo. Gianca si preoccupò per il fatto che ormai era troppo tardi, e i treni per Genova non passavano più, quindi chiese se poteva dormire da Albo, ma poi la madre fu categorica e non accettò. Allora chiese a Massimino se poteva dormire a casa sua, ma vedendo come si era comportato con la madre, e per evitare brutte reazioni del padre, anche lui fu categorico con il NO!
Sentendomi dispiaciuto per quello che gli accadde restammo con lui finché non crollammo quasi dal sonno, allora ce ne andammo cercando di indirizzarlo verso un motel, quello che costava di meno, ma lui da uomo duro quale è…, ci lasciò dicendo che sarebbe stato in piedi fino alle 5 del mattino, cioè finché non ripartiva il primo treno per Genova.
Rassicurati dal fatto che sa il fatto suo, ce ne andammo a dormire. Tempo dopo seppi da lui che quella notte aveva dormito sopra una panchina in un parco vicino casa di Albo, ma anche questa è un’altra storia.
Il giorno dopo passò tranquillamente, ed ormai era tempo per me di prepararmi ad andare a Roma a portare il mio regalo a quella ragazza!

Nessun commento:

Posta un commento