domenica 25 dicembre 2011

La rivincita dei matti!!

E come non potere esultare, dopo che ho passato gli ultimi 6 mesi a combattere contro l'azienda per la quale lavoro prechè mi rispettassero come lavoratore, come uomo, e soprattutto rispettassero il mio contratto.
ESULTO, ESULTO... GAUDIO!!!!
OGGI MI SI PRESENTA LA MIA COLLEGA E MI ANNUNCIA CHE, DOPO AVERE MANDATO DIVERSE LETTERE ALL'UFFICIO PERSONALE, DAL 26 IN POI RISPETTERANNO GLI ORARI SCRITTI SULLA MIA LETTERA D'ASSUNZIONE!
HO VINTO PER LA PRIMA VOLTA UNA BATTAGLIA, E NE SONO FIERO!!
la mia prossima meta non può che essere dedicata alle ferie (che devo ancora smaltire)!!!!!!!
ciao ragazzi
Storie da MIlano
ebbene sì, mi trovo nella capitale lombarda, oggi giorno libero, a trovare il mio quasi fratello Albo. Nella nostra nulla facenza, cominciamo a ricordare cose strane che ci successero; come quella volta che ero riuscito a convincere tutti i ragazzi ad auto esonerarsi dall'ora di religione, in maniera tale da potere uscire ed andare in sala giochi.
dico auto esonerarsi perchè eravamo ancora minorenni, ed avevamo bisogno dell'autorizzazione; ma li avevo rassicurati che in quel casino nessuno avrebbe controllato se era vero.
quindi per quasi un anno scolastico tutti riuscivamo a farci i cazzi nostri ed uscire senza permesso da scuola alla faccia dei nostri compagni; tutto bene finchè la professoressa incuriosita dal fatto che di botto 5 persone fossero state esonerate, andò a controllare, e si rese conto, ormai troppo tardi, che solo in 2 avevamo effettivamente il permesso.
così mi ritrovai da solo per l'ora di religione a passeggiare per la scuola, ad una settimana dalla fine della scuola!
  Le disavventure di Mr.Cri 
parte terza ed ultima
Direzione Roma


Guarda un po’ il caso… proprio in questo momento sto ascoltando, in random, la canzone che le volevo dedicare: Thank you dei Led Zeppelin, quasi come se il mio pc mi volesse rievocare le sensazioni di quei periodi.
Ma torniamo alle vicissitudini:
mi ricordo che il giorno prima di partire per Roma le telefonai dicendole come e dove vederci; seppi che “Lei” abitava a Flaminio, e da lì mi diede qualche indicazione su dove trovare la sua scuola.
Ancora più forte, forse per la disperazioneJ, preparai la valigia (che era veramente enorme ed ingombrante, infatti da quel momento capii che per i brevi viaggi, anche quelli un po’ più lunghi, basta molto meno, una borsa media è l’ideale. Almeno ho imparato qualcosa!) ridistesi le corde della mia amatissima Jasmine, la mia chitarra acustica guadagnata lavorando come servizio d’ordine e “peruviano” (modo di dire del mio vecchio gruppo per indicare gli addetti al palco e i tuttofare) addetto al montaggio del palco; fu davvero un capodanno tristissimo passato da solo in mezzo ad una folla che guardava Jovanotti e festeggiava, mentre io ero posizionato dove non c’era nessuno tranne che il mare che quel giorno era un po’ incacchiato… ad ogni modo finii di prepararmi, ed avuto in prestito 50 mila lire, somma che ridiedi tornato a Palermo, andai a prendere l’eurostar per la Capitale.
Il viaggio fu, come sempre, una palla;anche in quel caso arrivai in ritardo, ma non c’era problema perché il posto dove avrei alloggiato era a 25 Km da Roma, dormivo a La dispoli, e colui che mi ospitava, un amico d’infanzia di mia madre, lavorava proprio a Flaminio (guarda un po’ il caso).
Ricordo che arrivai circa alle 13, presi la metropolitana ed andai da lui al lavoro, gli lasciai la valigia (la chitarra non la lascio a nessuno) e, dovendo aspettare che finisse di lavorare, decisi di andare in avanscoperta alla ricerca della scuola di “Lei”. Sapevo la via ed il nome della scuola, che ora non ricordo, e m’incamminai andando a piedi.
Inutile dire che girai davvero un casino, e quasi mi persi, arrivai fino sotto al cupolone e ritornai, furono momenti catartici,era bello vedere quelle vie, quella gente che camminava, era tutto uguale a Palermo, solo che era più grande e la gente parlava un dialetto diverso, mi sentivo stranamente a casa (sensazione che mi accompagna in qualunque posto nuovo vada, sia che sia italiano, che estero; nel secondo caso la sensazione è che le persone parlano un dialetto talmente stretto che mi risulta incomprensibile. Wakko rulez!);  ma alla fine ci riuscii, trovai la scuola, stava vicino gli alloggi in cui ospitarono gli atleti per le olimpiadi di Roma, infatti la zona era l’Olimpico.
La scuola era molto vecchia e malandata, e dire anche che il quartiere era popolare (cosa che non mi aspettavo dalla sua famiglia, visto che il padre lavorava già da tempo lì), però la gente era amichevole. Ricordo che chiesi indicazioni ad una coppia con un bambino seduti su di un prato con l’erba secca, e sembrava stessero facendo un pic-nic. Comunque avevo trovato il posto in cui il giorno dopo alle 12, all’uscita dalla sua scuola, l’avrei incontrata e le avrei regalato la canzone per il suo compleanno. Mi sentii rinvigorito dal tutto,feci un giro per l’isolato e impressi nella mia mente le vie da percorrere e le possibili varianti, mi diedi dei punti di riferimento e ritornai indietro.
Arrivai davanti l’ufficio dell’amico di mia madre che lui ancora non aveva finito,aspettai solo qualche minuto e arrivò. Lo seguii fino alla sua macchina (con dietro i miei bagagli naturalmente),e partimmo per casa sua; prendemmo la via Emilia e mi raccontò alcune cose sulla storia di quella strada e di Roma, ed uscimmo dalla città. Ricordo che quel giorno c’era una puzza di pesce marcio per quelle strade, stavo quasi per vomitare, chiesi come mai e lui mi spiegò che era colpa delle prime piogge che erano cadute sulla città. Ci mettemmo una buona mezz’ora ad arrivare a La dispoli, e andammo a casa sua. Lì trovammo la moglie, una tipa simpaticissima nonché eccellente cuoca; mangiammo, facemmo 4 chiacchiere sul più ed il meno,e mentre parlavamo accadde la catastrofe!
Mi venne una sete incredibile, ed in casa avevano soltanto acqua frizzante (cosa che non riesco a bere, mi fa schifo), chiesi se potevo bere quella del rubinetto, ma loro mi esortarono a rinunciare perché quell’acqua non era potabile (ma non ero a Roma, dove l’acqua è buonissima???), allora uscii alla ricerca di un bar, ma il più vicino era a qualche Km, ed allora presi la bici, mi incamminai e trovai un bar aperto, altri erano chiusi, entrai e chiesi dell’acqua naturale, ma… lì tutti bevevano solo quella frizzante, allora chiesi dove fosse il bar più vicino, ma lui mi rispose che era l’unico ,assieme ad un altro, aperto e che anche lì vendevano solo la frizzante, che in tutto quel fottuto comune vendevano solo la frizzante. Però ebbi una parola di salvezza quando mi disse che potevo provare alla farmacia notturna, che vende quella per i neonati. Mi feci dare indicazioni ed andai ,trovai una tipa che parlava da dietro una saracinesca, della quale si vedevano solo gli occhi da una fessura grande quanto bastava a fare passare le medicine ed i soldi (mi chiesi se ero finito a Cinecittà); chiesi 2 bottiglie, e la tipa si presentò con 2 bottiglie di vetro, verde, da 1 l. l’una, e mi disse che erano 5.000 lire, ed io O_O? eh???? Ma che è un furto? Già qua nessuno beve acqua come gli esseri umani, e poi voi mi estorcete tutti questi soldi per dell’acqua, che peraltro faceva schifo, ma siete pazzi?... solo che mi accorsi che era per me l’unico modo di non morire di sete, e mio malgrado pagai e bevvi avidamente da una di quelle bottiglie.
Ritornato a casa mi feci una doccia e mi preparai ad andare a letto per svegliarmi presto la mattina dopo. Ma entrato nella stanza trovai la figlia, una gran bella ragazza ma ahimè già fidanzata con un energumeno enorme, e sì che io in quel periodo pesavo più di 90 Kg!; parlammo a lungo ed alla fine lei uscì con il fidanzato, ed io mi addormentai.
Arrivò il giorno dopo, ero già sveglio alle 5.30 del mattino, ma non volendo svegliare gli altri mi riaddormentai e mi svegliai l’ora dopo. Mi rifeci un’altra doccia e procedettti con il rituale della sbarbata, all’epoca avevo ancora i capelli lunghi fino al culo e tutti anche; finito tutto presi la mia chitarra, la mia valigia ed andai ad aspettareil pullman alla fermata, erano le 7 del mattino.
Come ogni mia storia, ricca di ritardi, anche quello arrivò con un ritardo di 1’ora, e preso posto mi diressi alla stazione, a posare i miei bagagli, perchè sarei ripartito per Palermo la sera stessa.
Il pullman si bloccò nel traffico romano, e dentro di me c’era un ingegnere che sbatacchiava il giornale per aria bestemmiando in 100 lingue, di cui 90 sconosciute, ed anche lì arrivai in ritardo.
Facendo i conti erano già le 11!, ed io dovevo ancora andare a posare i bagagli.
Mi affrettai a farlo, ma lì c’era la coda, ed aspettai mezz’ora; fatto tutto mi diressi al metrò direzione Flaminio, arrivato lì, ancora traffico, ero caduto nell’ora di punta (ma chi sono Fantozzi?), provai a prendere un’autobus, ma erano in sciopero (atac di merda!!! Hanno ragione i profilax), quindi non mi restava che andare a piedi e forzare la marcia.
Alla fine arrivai con 45 min. di ritardo, ma per fortuna la incontrai per strada, ero zuppo di sudore per via del caldo e della corsa con la chitarra (nuova disciplina olimpica all’olimpico ahah), le spiegai quello che era successo, e mi scusai, sapevo di essere un casino in ritardo, ma non era colpa mia.
Lei, che era con la sorella, mi disse, allora, che mi poteva dare solo 5 minuti, e che poi doveva andare a casa.
- O_O eh? 5 minuti?? Hai idea del casino che ho fatto e passato pr poterti venire a fare un regalo di persona??? Hai idea di tutto il piombo che ho respirato per correre fino a qui con la chitarra???? Ma ...hai idea????? -
Riuscita a convincerla (sicuramente per pena), fece andare avanti la sorella, ed io mi accinsi a cominciare a parlare. Non potevo suonare la chitarra là, e l’accompagnai fino a casa.
Arrivati lì, però, non ebbe intenzione di farmi salire, ed allora decisi che non era neanche il caso di cantarle il mio regalo. Rimasi per 1 ora a parlare con lei, e cercare di mettere in chiaro quello che provavo, quello che mi suscitava il solo pensarla, le dissi questo ed altro (un pò accecato dall’ira, e farmi incazzare è abbastanza difficile, ora, prima mi infervoravo di più).
Lei mi disse quello che pensava di me, e mi spiegò che non poteva perchè stava ancora col suo ragazzo, ed io dissi che non me ne fregava niente di lui, e che tra me e lei c’era ben più che attrazione, c’era empatia, e questo (penso) l’ha sempre spaventata (non ci stavo con la testa in quel periodo).
Finito il discorso (che nella mia immaginazione doveva essere aulico e felice, ma che nella realtà era tutt’altro) la salutai, l’abbracciai, e le dissi che non l’avrei più sentita (8 mesi dopo la sentii, in preda ad un attacco di malinconia a Barcellona, ma questa è un’altra storia). Ripresi la mia amata Jasmine ed andai alla fermata metropolitana.
Là c’erano un paio di tipi simpatici che suonavano per qualche spicciolo; in preda alla disperazione chiesi se potevo suonare con loro e loro accettarono. Facemmo uno dei blues più belli e strazianti della mia vita, e nel giro di pochi minuti s’era creata la folla che ci ascoltava suonare e cantare, la gente lasciò un casino di soldi (10 ila lire in 5 minuti, cazzo!!), ed in preda all’odio di quel momento ruppi una corda nell’accordo del mi minore.
Mi stavo riprendendo, quando arrivò la polizia a sgomberarci. Ce ne andammo, i ragazzi mi volevano dare i soldi che avevo “guadagnato”, ma io non li accettai.
Chiesi dove potevo trovare una corda, e loro mi dissero di un negozio. Arrivato lì, e non fu facile, il posto era imboscatissimo, comprai una corda e ritornai a Flaminio. Da lì mi feci un giro per la via del borgo, e conobbi dei ragazzi che facevano firmare un quaderno con tutte le frasi che venivano in mente, ci feci un pò d’amicizia e quando se ne andarono mi unii a loro (ero ancora scosso), mi portarono all’Eur e lì andarono a trovare dei loro compagni che non avevano telato. Stetti con loro un pò di tempo e poi andai alla stazione.
Alla biglietteria trovai un  ragazzo, amico di un mio ex compagno di banco tale Luca u Pallunaru, che conoscevo, lui tornava dalla sardegna dove aveva lavorato come animatore, e cominciò a raccontarmi di tutte le scopate che aveva fatto (io ero ancora più incazzato che mai) cominciammo a camminare, quando questo vide una tipa alta e bionda ed esclamò: - minchia, talia pezzu ri sticchiu (tradotto: minchia, guarda che pezzo di figa)- e si accinse ad abbordarla, lo fermai appena in tempo, perchè mi ero accorto che in verità era un uomo, e quasi mi mangiai le mani del fatto di essermi perso una cattiveria verso quel ragazzo, ma non lo feci e penso sia stato meglio così.
Sventato anche l’incursione omosessuale del tipo, prendemmo il treno, e lì mi chiesero di suonare ancora, all’inizio non volevo, ma alla fine lo feci, e non mi piaque.



Quello che ho imparato in quel viaggio è stato:

    prenotare sempre il treno!
    ogni tanto mandare a fanculo Albo e pensare alle mie voglie,
    mai fare un viaggio senza soldi per amore,
    dove mi metti sto, e me la cavo pure,
    non suonerò mai più bene come quella volta in metropolitana,
    ho facilità a conoscere persone nuove,
    se vedi una bella donna... controlla sempre 3 volte,
    che mi sono divertito un casino!!!!

Ragazzi questa era l’ultima parte di questa storia.
Alla prossima!
colgo l'occasione per rendere omaggio al canaso ed apv che hanno avuto il tempo e il coraggio di...
non so cosa.
ahahahahahahahahahahahah
Bologna 14/12/2005 h. 11.43 a casa
Sogni ricorrenti


Eccomi arrivato ad uno dei momenti in cui faccio i conti con quello che mi frulla in quel caos che chiamo cervello, che è di un incasinato da fare schifo.
Stamattina mi sono svegliato, come sempre, la sveglia del mio sedere che trombetta così forte da farsi sentire anche dai vicini dirimpettai (e c’è una scala di mezzo come separatore sonoro) funziona alla grande e devo anche dire che il suono è anche divertente da ascoltare, quindi mi sveglio già rallegrato da me stesso (autocompiacimento) e senza strascichi di sonno. Ma anziché perdermi in frivolezze, le mie preferite, mi siedo a bordo del letto conscio di avere per un’altra volta ancora sognato quella persona che non vedo da molto tempo ,e che indirettamente mi ha cambiato la vita, e mi accorgo che nelle ultime 3 notti o più l’ho sempre sognata, in circostanze diverse, ma il succo era sempre lo stesso: parlare con lei del più e del meno di quello che accade nella nostra vita.
Quella persona è ancora a Palermo ha la sua vita  (ed io fortunatamente per lei non ne rientro se non in brevi parentesi in cui l’incontro per voluto caso, altrimenti sarebbe un casino ed io sicuramente non sarei qui!), e che forse sia stanco di Bologna, dove ormai ho mandato a puttane le vacanze estive per studiare, dove ho passato le mie ferie di una settimana con il ginocchio gonfio (anche questa è un’altra storia), dove continuo a lavorare; insomma quella Palermo che non vedo da ormai 5 lunghi mesi e della quale ho bisogno, come un reifetamento materno, per ricaricarmi e cambiare aria. Palermo dove sei? Sei così lontana, ma sei sempre nel mio cuore; ti voglio bene città che mi hai dato i natali (ah, ci siamo  quasi eheheh), ti amo città dalla calma apparente, ti amo e mi manchi da morire; ma come tutti gli amori grandi non è possibile stare con te, in te, perché la gente penserebbe male, la gente non può capire cosa sia l’amore, ed allora devo starti lontano, aspettando di diventare abbastanza forte da poterti rapire e portare via con me!...
Ma questa non è un’elegia alla mia città!
Ritornando ai miei pensieri…
I miei sogni, come sempre, sono paurosi e fantasiosi, non li si possono definire incubi;per esempio 2 notti fa ho sognato che parlavo con Lei, ed eravamo nel nostro vecchio liceo, non ricordi bene quello che dicevamo, ricordo soltanto le sue espressioni, i suoi modi di fare, e ricordo che stranamente quella scuola era diventata il footlocker in cui lavoravo 1 anno fa, lei arrivava in cerca di una scarpa, ed io la strappavo ai miei colleghi come mia cliente, mi chiedeva una cosa che in quel negozio (che in verità era il mio ex liceo adibito a magazzino) non c’era, ed io mi sbattevo come non mai per riuscirlo a trovare, di colpo mi trovavo nel vecchio bagno dei bidelli (oasi delle mie pisciate in solitari, ero l’unico che poteva accedervi) a parlare di qualcosa con un avvocato, dopodiché ritrovavo a Sferracavallo coinvolto in una battaglia contro forze sovrannaturali. Combattevamo usando il potere degli elementi, contro alcuni che usavano le nostre stesse tecniche.
Mi ricordo che la mia arma era una lunga katana fatta di luce roccia e fulmini, e mi dovevo scontrare con un mostro fatto di ali di palma e con al posto della testa un cono di carta con sopra una pallina da tennis, e quello non aveva armi, ma non potevo riuscirlo a battere; allora arrivava una anziana donna che mi aiutava avvolgendo il mostro in della carta e dandogli fuoco, e mentre lo faceva mi diceva di andare a chiedere l’aiuto di un certo “Bratto” che era nella villa lì vicino. Trovavo la villa e lo chiamavo gridando a squarciagola finché non arrivava il padre che mi faceva entrare e mi portava da questa persona che altri non era che “Lei”… e qui mi risvegliavo.
Il giorno dopo ho sognato che io Albo e Robo andavamo a trovare Fabò a Londra, dove abita per ora, e nel viaggio incontravo “Lei” e ci mettevamo a parlare (anche questa volta non ricordo quello che ci dicevamo). Il viaggio era breve ed in poco tempo ci trovavamo a Londra (dove non sono mai stato realmente) senza di “Lei” e traversato un ponte ci trovavamo sotto dei portici fatti tutti in metallo e plexiglas, e là arrivava un tipo su di un taxi giallo… (è un sogno vi ricordo), e ci proponeva di accompagnarci e fare un giro gratis per il quartiere perché il era malfamato e pericoloso. Come sempre Albo e Robo, paurosi ed insospettiti, non accettano, ma io sì, allora comincio a fare ‘sto giro passando per posti dove le prostitute nere erano agli angoli delle strade, mi porta ancora un po’ in giro finché non mi accorgo che sta girando intorno a qualcosa. Allora chiedo spiegazioni, ed il tale mi porta in un brutto posto, dove mi chiedeva di stare in una stanza di mezzo metro per qualche giorno, al fine di vendersi i miei organi; allora vista la situazione scappo gridando “aiuto” e per un fortuito caso ritorno al posto dove ero con i miei amici, ma lì non ci sono.
Allora scappo verso il ponte conscio del fatto che se fossi riuscito a passarlo senza che il tassista mi prendesse (perché mi rincorreva) sarei stato salvo (quel ponte sembrava lo scheletro in costruzione di quello della stazione di Bologna; tutto il mondo è paese, specialmente nei miei sogni!). allora scappo correndo sul cornicione, e quando arrivo dall’altra parte incontro Albo Robo e Fabò insieme che mi cercavano. Detto il fatto andiamo a casa di Fabò, che è una bettola senza letti, con una sola stanza in cui avremmo dormito noi tre più il coinquilino cinese, c’erano 2 grandi bagni ed una cucina che poteva ospitare mezza persona per volta. Sulla tavola c’erano resti di riso ed altro, io mi metto a mangiare e poi ci accomodiamo a terra parlando dell’accaduto, e poi finisce tutto in una grassa risata eh… Stop, il sogno finisce ed io mi sveglio.
E stanotte l'ho sognata di nuovo, ho sognato "Lei", e come negli altri, anche stavolta non ricordo ciò di cui parlavamo, ricordo solo lo sfondo di un tramonto al mare, il mio mare, e dopo qualcosa che suonava come un addio.
la cosa che ora mi viene in mente è: come mai sto facendo sogni in cui compare sempre questa persona, che peraltro sono sicuro di avere rimosso dal file "amore" (anche se in un certo modo l'ho spiegato prima)? che la voglia incontrare?
a voi è mai capitato di vedere qualcuno che vi ha fatto sussultare il cuore ed accorgervi di non provare più nulla? vi è mai capitato comunque di provare affetto incondizionato per quella persona?...
ah, però una cosa la ricordo: che stamattina mi sono svegliato con la gioia di vivere tra le gambe (il che rende una giornata degna di essere vissuta), e poi...beh cosa volete che vi racconti le cronache delle mie sedute al cesso??? ;-)
ciao ragazzi alla prossima!

Ma cosa succede in zia Zamboni 25?

Cavolo, mi sono ritrovato di nuovo in una situazione al limite dell'assurdo. Satvo aspettando in fila per potere usufruire di internet al 25 di via zamboni, quando per la seconda volta arriva questo tale siciliano, con il cervello fuso dalla droga, che attacca a parlare con tutti su tutti, in maniera veramente fastidiosa.
la prima volta io e mio fratello lo abbiamo cacciato a male parole facendogli capire che era menglio non andare altre, ma questa volta sono stato per la linea morbida, cioè cercare di capire perchè faccia così. Ebbene una cosa la sono riuscita a capire:
1 che ha davvero il cervello fuso ed è irrimediabilmente andato per i cazzi suoi!
2 se lo rivedo un'altra volta prima gli dò un paio di pugni e poi lo intimo di non rompere più i coglioni! (educazione all'antica! funziona sempre!!!!)
ragazzi alla prossima con le mie disavventure!!!
terza foto ritoccata: Jack Statua!